lunedì 29 novembre 2010

Quando la pupa non c'è, i gatti...

Dato che oggi ha piovuto, come c'era da aspettarsi, a farsi fottere il mio proposito di una bella gita domenicale familiare a spasso per la Toscana tutti insieme appassionatamente, visto che è da un bel po' di tempo che non ci concediamo un giretto fuori porta io e Hasuna, che nemmeno io ricordo più da quanto.
Comunque avevo deciso di cogliere l'occasione del brutto tempo, più io in piedi dalle sette del mattino, e pupetta di nuovo a letto alle otto, per postare alcune foto qui.
Solo che, disdetta di tutte le disdette, dopo un paio di ore passate al pc, con dovute interruzioni in mezzo, ho litigato col programma e, non so come, mi si è cancellato il post nel maldestro tentativo di migliorare la formattazione delle foto. Così dopo aver svariate volte imprecato mentalmente, ho mollato tutto molto arrabbiata.
Comunque siccome so'testarda e chi la dura la vince, ecco qui: oggi volevo parlarvi di Zorro.

Zorro ha una predilizione tutta speciale per gli accessori della pupa:

Povero Zorro! Credo sia affetto dalla sindrome del primo figlio: da quando è nata la pupa non perde l'occasione per rivendicare il proprio primato al mio affetto, e lo fa  non solo occupando puntualmente, come gli studenti che protestano contro la riforma della scuola, i luoghi preposti ad ospitare questa nuova chiassosa e invadente coinquilina, che ancora non si è capito bene che posto occupi nella dinamica familiare, ma anche:

- saltandomi in grembo sempre mentre la sto allattando;

- conficcandomi le unghie nelle gambe quando cerco invano di calmarne i pianti disperati, e sballonzolo con lei in braccio per la casa, mentre lui ormai da più di mezz'ora siede pazientemente davanti all'armadietto dove teniamo le scatolette di bocconcini per gatti, ovvero la sua cena, che nessuno si è ancora preso il disturbo di servirgli;

- insistendo perchè gli venga aperta la porta di camera dove io ho appena messo a dormire la suddetta pupa, e una volta dentro (perchè alla fine gli ho aperto, temendo che i suoi richiami accorati per farsi aprire possano svegliare la pupa dormiente) prorompendo in una serie di poderosi MIAO-MIAOOO, che  non possono sortire altro esito che il risveglio tanto temuto. 

Oltre a questo Zorro continua, come ha sempre fatto, a:

- saltarmi sulle spalle mentre mi lavo i denti, e costringendomi così a rimanere piegata a novanta gradi, onde evitare che lui si aggrappi con gli artigli alla tenera carne del mio dorso per non scivolare quando io mi risollevo;

- svgliarmi la mattina con graziosi colpetti di zampa sulla faccia, accompagnati da teneri piccoli miao-mià, e, qualora ciò non bastasse, insistere iniziando a passeggiare sulle parti molli del mio corpo su cui le sue zampette a punta di spillo affondano che è un piacere, prendendo poi a sprimacciare come un cuscino le mie tette, scegliendo infine un puntio strategico sempre del mio corpo, ove accoccolarsi, ad esempio la faccia, avendo cura di posizionare il suo ameno culo in prossimità della mia bocca;


- dopo essere stato ripetutamente catafiondato dal letto, salire sulla scrivania, perennemente ingombra di ogni sorta di oggetti più o meno inutilizzati, dall'orsetto soft della pupa alla mia pila di libri non letti, dai bavaglini sporchi al cellulare di Hasuna in carica, passeggiare su e giù rovesciando portapenne e bottiglie di plastica vuote, infine accovacciarsi sul mio maglione appallottolato sul coperchio del mio portatile, in bilico tra cinque numeri di National geografic a cui sono abbonata ma che da mesi neppure riesco ad aprire e le mutande pulite che devo ancora rimettere nei cassetti; da qui il nostro avventuroso gatto passa in genere alla mensola sovrastante, ugualmente stracarica di suppellettili d'ogni sorta e facendo un casino della madonna perchè nel frattempo ha fatto cadere anche due o tre cd e un paio di caricabatterie che giacciono lì orfani di chissà quali telefoni, zompare sul soppalco, che un tempo accoglieva i nostri sonni, ma che ora è diventato un ulteriore luogo ove accumulare ingombranti e scatoloni, su cui il nostro Zorro inizia a farsi rumorosamente le unghie. E a questo punto mi arrendo e sono costretta ad alzarmi;

 

- graffiare insistentemente il vetro della portafinestra della cucina per farsi aprire, supportando stavolta l'eloquente gesto con un MIAO velato da una certa disperazione, come se il fatto di uscire fosse per lui questione di vita e di morte, che piova, grandini o tiri la tramontana. In genere questo accade mentre io mi barcameno con una pupa aggrappata a un braccio cercando nel contempo di scolare la pasta e di rispondere al cellulare;

- rimanere mezz'ora fermo nella fessura della suddetta portafinestra, che alla fine gli è stata aperta, incerto ora se forse non si stava meglio dentro, abbassando le orecchie e rinculando a ogni folata di vento, che lui non sopporta;


- quando infine lo butto fuori esasperata, fare il giro della casa e ripresentarsi fuori dalla finestra del bagno, da dove odo provenire intensissimi MIAO-Miaoo, che non si placano finchè non viene soddisfatta la richiesta;

 
- una volta entrato, fradicio e con le zampe infangate, zompare sul tavolo mentre mi apparecchio un pranzo molto sudato, e, se buttato giù, saltarmi ripetutamente in grembo, improvvisamente bisognoso di coccole, puntarmi le zampe anteriori sul petto, ed esibirsi in una serie di bagnati strusciamenti di muso e testa sulla mia faccia.

Ma malgrado tutto ciò... come posso rimanere in collera con lui?

- Oh, scusate: non mi ero accorto che era già occupato...


- E va bene, stai: ti faccio un po' di posto.
- Prego prego, stavo solo riposandomi un po' sulla mia sdraietta in compagnia del mio elefante!


2 commenti:

  1. Che tenero Zonno in versione figlio primogenito geloso! Ha mai cercato di affondare le unghie nella Pupa?

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  2. No Zorro è molto protettivo invece, da bravo fratello maggiore.
    E' il panzumen malefico ad avere questi scatti di stronzaggine fraterna violenta (vedi voce "grab &kick"). Del resto il piccolo di casa prima era lui, Zorro ha sempre ricoperto il ruolo del maggiore responsabile e pazientemente tollerante.

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