sabato 15 giugno 2013

Playground a Pisa: il nostro terreno di gioco.

Quando Mary mi ha gentilmente contattata invitandomi a fornirle informazioni sui "playground" di Pisa, per prima cosa sono andata a googolare la parola "playground" per capire che roba fosse (scherzo, eddai!), poi mi sono fomentata e mi son detta : "Daye! Famolo 'sto post!"
Poi ho impiegato tipo due mesi per raccogliere il materiale fotografico da inserirvi, nell'attesa piuttosto vana che il tempo "volgesse in caldo" e io potessi recarmi con le bimbe nei luoghi interessati a realizzare scatti adeguati.
Alla fine mi sono arresa e mi son detta: farò con quel che ho.
Perdonatemi dunque la miscellanea temporale di fotografie che spaziano da una Mimi di pochi mesi, allo scorso novembre: lei sarà la testimonial ufficiale dei luoghi che sto per illustrarvi.

Dopo averci pensato su sono giunta alla conclusione di circoscrivere questa mia analisi al solo centro storico della città, dato che, immagino, per chi vi arriva da visitatore, interesse
rà poco conoscere la miriade di piccoli parchetti che sorgono nella sua immediata periferia.

Una delle prima cose che notai arrivando a Pisa anni or sono, fu che, pur essendo una città molto verde, e pur possedendo essa un centro storico a misura d'uomo, tuttavia vi mancano giardini pubblici di rilevanti dimensioni. Non so cosa mi aspettassi, ma provenendo io da una città come Roma, ricca di ville e grandi parchi storici, la cosa mi saltò subito all'occhio.
Gli spazi verdi ci sono, ma sono il più delle volte inaccessibili, spesso nascosti da alte mura, rinchiusi entro chiostre e cortili interni di complessi edilizi di antica costruzione, il che rispecchia la natura privata dell'assetto urbanistico comunale della città storica.
Da mamma più tardi non ho potuto fare a meno di notare che, oltretutto, anche gli spazi aperti disponibili e praticabili al gioco dei bambini, le sue belle piazze lastricate e alberate, sono generalmente privi di un vero e proprio spazio preposto al gioco: quello a cui daremo la definizione di "playground".
Vi sono però due importanti eccezioni: una è il bellissimo Giardino Scotto, ospitato all'interno della Cittadella Nuova, storica roccaforte della città della quale ancora possiamo ammirare mura e bastioni.
L'altro è il parco urbano delle Piagge, di cui mi riservo di parlare prossimamente, se no non finiamo più.
Ma ora concentriamoci sull'altro, sul Giardino Scotto.
Ne ho già parlato su queste pagine, in più di un'occasione:
qui lo presentavo durante una delle mie primissime passeggiate invernali con neonata al seguito;
qui ne davo una mia interpretazione "poetica", suggestionata dall'idea che in un luogo pensato e costruito in relazione alla guerra oggi si potesse andare per cercare relax o divertimento;
qui infine ne coglievo il sapore dolce-amaro nelle tinte di un autunno caldo e luminoso.
Tanto per farvi un'idea della location.

Oggi però mi concentrerò essenzialmente sul nostro bel playground.

Che fino a qualche anno fa si presentava così:

Photos of Giardino Scotto - Attraction Images
(Immagine presa da qui)

Un anonimo quanto comune insieme di giochini in legno tali e quali a quelli che ricordo aver allietato la mia infanzia (non che sia un secolo fa, però...).
Ma poi qualche anno fa il giardino è stato restaurato, e in questa occasione è stata rimessa a nuovo anche l'area destinata a Playground che ha subito un processo, diciamo così, di ammodernamento, se pure a mio parere l'intenzione estetica legata alla rappresentanza del luogo è stata privilegiata a discapito della fruibilità dei giochi da parte dei bambini.
Poi spiegherò il perché ma andiamo con ordine.

Ubicazione.

Il playground è situato in prossimità di uno dei due accessi del Giardino Scotto, ovvero quello che dà sul Lungarno, nelle vicinanze del ponte della Fortezza, piuttosto spostato verso est rispetto al nucleo centrale della città storica (qui la mappa), ma comunque, raggiungibilissimo anche a piedi per chi si trovi a visitare Pisa e voglia concedersi una pausa di relax, uno svago ai propri bambini, e inoltre visitare un luogo di grande interesse storico-culturale e bellezza urbanistica.

Accesso e praticabilità del playground.

Trovandosi il playground all'interno del suddetto giardino storico, esso è accessibile e praticabile solo entro gli orari di apertura del giardino stesso, che durante le ore notturne chiude ai visitatori. Questo fatto, se da un lato garantisce (ma nemmeno del tutto) il mantenimento dell'integrità dei giochi, che così si salvano da eventuali vandalizzazioni ad opera di visitatori notturni, dall'altro preclude di molto la godibilità delle aree, soprattutto nei mesi invernali, quando, in accordo con le ore di luce, il giardino chiude alle cinque del pomeriggio.
Tante volte sono arrivata ai giardini intorno alle quattro e mezzo, dopo aver preso Mimi dal nido, e ci è capitato che ci buttassero fuori dopo nemmeno un quarto d'ora. Ma va bene: basta saperlo.
Gli orari sono infatti i seguenti:

da novembre a gennaio 8.00-17.00,
febbraio-marzo 8.00-17.30,
aprile  e ottobre 8.00-19.00,
maggio e settembre 8.00-20.00,
da giugno ad agosto 8.00-20.30.
(Chiuso 1° gennaio, Pasqua, 1° Maggio, 25 Dicembre)

Chiarissimo no? E ora ricordateveli tutti!
Per il resto il fatto che sia inserito entro un'area verde più grande, e comunque protetta, lo rende un luogo di facile gestione per un genitore che vi porti anche più figli di diverse età, poiché, pur non essendo il playground recintato, i viali del giardino sono interdetti al traffico di veicoli (anche a quello ciclabile). I bambini insomma possono sciamare all'interno dell'area gioco in relativa sicurezza, evitando patemi d'animo al genitore affaccendato magari con l'ultimo nato.

Assetto del nuovo playgronud.



Il nuovo playground è articolato in due aree principali, intramezzate da una piccola aiuola con una fontana in pietra, quasi sempre asciutta e popolata da stormi di numerosi piccioni cittadini.
Le aree del playground sono delimitate da tappeti in gomma antitrauma dai disegni vivaci, cosa che rende questa area particolarmente adatta ai bambini più piccoli in fase di gattonamento o pre-gattonamento, o in fase di primi passi, a patto di preservarli dalle esuberanze dei bimbi più grandi, dal momento che, pur essendovi due distinte aree dedicate ad utenze di differenti fasce di età, non c'è una vera e propria zona off-limits protetta deputata ai soli neonati.
Mimi per esempio intorno ai 18 mesi è stata investita da un ciclista in erba che spingeva a gran velocità la sua mini-bici priva di pedali, ma non per questo l'impatto è stato meno traumatico.
Credo che l'architetto ideatore di questi giochi non dovesse avere grande dimestichezza con bambini piccoli, altrimenti non si spiegherebbe come minimo la scelta di piazzare proprio nel bel mezzo del parco giochi l'aggraziata struttura esagona delle altalene "gaudiane" (così le chiamo io), cosa che giornalmente fa sfiorare l'infarto di almeno una decina di genitori di figli under 2 che si avventurano incauti tra i dondolii spericolati di altalenisti ben più grandi.






I giochi.

Ma passiamo all'offerta ludico-ricreativa, che si articola come segue:
Primo nucleo: giostra e sfera rotante.



Nell'immediata vicinanza dell'ingresso principale troviamo la prima area di gioco. Qui le attrazioni sono essenzialmente due, come già esposto: la giostra e la sfera rotante.

Giostra:


Un'elegante struttura metallica che rievoca atmosfere di padiglioni principeschi a sostituzione del classico girello (funziona a trazione umana, piede a terra, ma ha un prolungato moto di inerzia, quindi possiamo dire una buona autonomia).

Qui la velocità di rotazione si fa più tollerabile, rispetto appunto ai girelli tradizionali, anche per utenti che abbiano superato i 12 anni di età, e si evitano di massima le svomitazzate epiche di cui mantengo ancora memoria nei ricordi dei miei anni di asilo.

In generale è una passatempo piacevole per collettività miste (genitori e nonni inclusi).





Sfera rotante:


La sfera rotante invece è rigorosamente monoposto e si utilizza così:


Al termine potrete comodamente ritirare vostro figlio ubriaco che come minimo per una quindicina di minuti eviterà di darvi troppo da fare perché troppo impegnato a recuperare il perduto orientamento spaziale.











Secondo nucleo: area grandi e piccoli.


Se ce la fate a superare indenni la pompa dell'acqua, senza che vostro figlio decida di volersi fare una bella doccia fredda fuori stagione, arrivate al secondo nucleo di giochi del nostro playground, articolato a sua volta in due aree che approssimativamente possono individuare due diverse utenze di età: la prima è indirizzata ad utenti almeno dai tre anni in su, dispone di strumenti di gioco molto complessi, a mio dire. La seconda al contrario offre strumenti di intrattenimento per utenti molto piccoli.
Mi chiedo perché mai non si sia pensato a vie di mezzo: nell'interregno che va dai 18 mesi a tutto il terzo anno di età (e forse anche oltre).

Ma proseguiamo col consueto ordine fin qui adottato.

Area gioco grandi
Dispone di attrazione invero particolari (oltre che spettacolari e gradevoli alla vista), ma a mio umile parere, non sempre adeguate alle esigenze ludiche dei bambini, almeno non  prima degli 8-9 anni. In ogni caso non mi sarebbe sembrato superfluo se, accanto a giochi così particolari si fosse trovato il posto per un tradizionalissimo scivolo, che non è dire troppo e soddisfa un ampio intervallo di età.
Ma ecco quanto abbiamo:

Il tappeto elastico:


Qui presentatovi da Mimi, attrae grandi e piccini, che spesso dai grandi finiscono travolti, nella foga di balzi da canguro da un trampolino all'altro. Tuttavia è un buon compromesso adatto a tutte le età. La mattina, quando i bimbi più grandi sono a scuola, offre diletto anche ai piccolissimi visitatori, che però non sempre sono in grado di utilizzarlo a dovere. La mia ha iniziato a saper compiere veri salti dopo il compimento del secondo anno di età.
Quasi sempre sovraffollato comunque dà spesso adito a vere e proprie faide territoriali.
Richiede quindi grandi abilità diplomatiche da parte del genitore accompagnante.

Esempio di Mimi grande (saltans).
Esempio di Mimi piccola (non-saltans).

La pertica:


Non so voi ma io non sarei stata capace di arrampicarmi in cima a quest'attrezzo in nessuna delle mie età passate, e non conto di recuperare la mancanza in nessuna delle mie prossime future.
Ma poniamo che le nuove generazioni siano di gran lunga più atleticamente preparate di quanto non lo fossi io. Ho visto invero bimbetti sgambettare fino quasi ad arrivare a premere l'ambito pulsante della sfera in cima, per quanto io non abbia mai assistito al suo raggiungimento e non sia quindi nella condizione di dire cosa succede se ciò avviene (si apre la sfera ed escono coriandoli e stelle filanti e un clown che suona un fischietto a bocca? mah!). Però il punto è che da madre neppure troppo ansiosa, quest'affare mi incute un certo terrore venerando, perché non dev'essere proprio indolore precipitare da lassù. Ribadisco: io avrei preferito lo scivolo. Ma comunque.

Altalene gaudiane (altalene grandi):


Come già detto bellissime ed eleganti, ma assai infelice la scelta di piazzarle proprio nel bel mezzo del playground, laddove scorrazzano brade torme di persone sotto il metro di altezza.
E vabé sono sempre la solita criticona. La struttura però è davvero bella e non vi dico che meraviglia quando le altalene sono tutte in movimento in contemporanea: davvero spettacolare, e ottimo il fatto che ce ne siano tante a disposizione.

Area piccoli
O forse dovrei dire piccolissimi. Qui ci sono un paio di strutture stramboidi diversamente assemblate oltre a una classicissima altalena a seggiolino chiuso.

Casetta con tubo:



Una semplice casetta per giocare, ma dotata di tubo.


Attenzione: le dimensioni sono davvero ridotte, e infatti in genere ci vedo giocare bimbi sotto i due anni (Mimi nella foto ha 10 mesi). I più grandicelli in genere ci si arrampicano sopra tipo scimmie, quelli dell'età di Mimi (intorno ai tre anni) già la usano poco.

Scivolo mini:

 

No ma è davvero mini.
Al punto che non fai a tempo a prender velocità che è già finito. Non credo superi il mezzo metro da terra. Roba che manco arrivi a vincere l'attrito iniziale.
Ottimo per i bimbi che iniziano a muovere i primi passi in autonomia.
Però crescendo si stufano presto.

 

Altalene piccole:


Cosa obiettare alle altalene. Le altalene sono un evergreen. L'unica pecca è che ce ne sono solo due, e questo significa lunghe file di attesa che spesso portano ad un brevissimo tempo di permanenza.

Giudizio mio.

Insomma, alla fin di tutto, un'area gioco abbastanza particolare, ampia e sicura, pulita e con una buona manutenzione dei giochi (i giochi rotti vengono puntualmente sostituiti piuttosto che lasciati decadere), dotata di panchine salva-nonni e ben raggiungibile dal centro città; gode inoltre del fatto di essere situata in un contesto verde di grande fruibilità e piacevolezza.
Infatti generalmente noi trascorriamo più tempo andandocene a zonzo per il giardino che rimanendo nell'area gioco vera e propria.
Ma è che ho una figlia strana, che si entusiasma quando vede un fiore o un piccione, e non disdegna di camminare piuttosto che fare la fila all'altalena o a cazzotti sul trampolino elastico.
Eccovi comunque qualche scorcio del resto del giardino, perché una volta esaurite le potenzialità del playground rimane pur sempre un luogo molto godibile in cui passeggiare.




Con questo post partecipo all'iniziativa di Playground around the corner:

Leggi il post che presenta il progetto

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