venerdì 30 agosto 2013

Come di domenica mattina.

Ogni tanto la perfezione pare affacciarsi alle tue giornate.
Niente di eclatante, nessuno squillo di tromba, nessun avvenimento epocale.
Solo la quotidianità, in un giorno normale che ti sembra d'esser di domenica mattina.
Una di quelle domeniche mattina della tua infanzia, quando il giorno è ancora nuovo e silenzioso, e per strada ti affacci e non vedi nessuno, o solo un cane o una vecchina o due, e il megafono dell'ombrellaio in lontananza.
Ora che l'estate preannuncia il suo canto del cigno e la mente si rischiara, i pensieri si rinfrescano, il cielo è sgombro, la luce è ancora quella dell'estate, ma si sta bene in casa e i vestiti non si attaccano alla pelle, e si sta bene fuori casa e puoi uscire a qualsiasi ora senza paura di far prendere un' insolazione alle bambine.

Ma tu non hai bisogno di uscire, ché stai bene anche così.
A sistemare abitini e pensieri, la piccola tra una sveglia e un'altra nanna, la grande che gioca da sola e fa le voci: "Ciao, Gatto-con-gli-stivali, sono la tua innamolata!" "Oh, innamolata mia,vieni con me, balliamo".
E ti senti esonerata dall'obbligo di fare per forza qualcosa, o di far fare loro qualcosa, di mettere a frutto la giornata, di rispettare orari e propositi.
Come di domenica mattina, settembre che si approssima porta aria nuova, e cieli sgombri, e brezze fresche, e il rumore della città di sottofondo, dal fondo della strada, di un'ambulanza che passa con il suo strascico di nino-nino a perdersi nell'effetto doppler, di gente che torna ad animarla, la città, di gente che torna ritemprata, pronta a tornare a fare progetti, e vita, lasciandosi il gran caldo alle spalle, e qualche ustione da raggi UV...
Si sta così bene che dovrebbe fare questo clima tutto l'anno.
Se fossi stata Dio avrei creato il mondo di domenica mattina.
Dovrebbe essere sempre domenica mattina.


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