venerdì 13 settembre 2013

Prendi un week end per caso.

Ogni tanto bisogna fare così, che si piglia e si va.
Ché se no, rimanda che ti rimanda, poi arriva di nuovo l'inverno, e noi non siamo gente da montagna, proprio no, e preferiamo muoverci col caldo.
Il viaggio spaventa sempre un po', ma alletta e ammicca. Le pupe sono buone, il clima favorevole, la viabilità... lei, no: ci è ostile, ma il panorama ripaga.





 

E a volte accade di addormentarsi, e di risvegliarsi in mondi diversi, sommersi in una bruma che cala e nasconde, si alza e disvela. E poi arrivare a trovar rifugio e ristoro, il calore di una casa e la leggerezza di una vacanza in un luogo così arrampicato tra i monti, arzigogolato di stradine sterrate e tornanti, che avresti giurato di trovarci solo cinghiali, e caprioli, e lupi al limite, e nulla più.


E comunque non certo cammelli.
Ma noi arriviamo a colpo sicuro, ché il luogo io già ce l'ho.
Pian Savin, il B&B, la casetta dei sogni di tutti, infrattata sui monti, con gli elfi dei boschi dipinti sui muri, ad accogliere il visitatore temerario, che non si arrende alla prima curva a gomito con pendenza del 90 %.
Lassù dunque, troverete l'Accoglienza con la A maiuscola.


Ci passai una volta di quattro anni or sono, nell'estate della lunga lunga stesura finale della mia tesi, quando ancora nemmeno avevo messo in opera la prima pupa. Mi dissi: a me tutto ciò piace da matti!
Ci siamo tornati ora, col nostro carico di prole appena sfornata, e che bello scoprire che lassù in linea di massima nulla era cambiato.
Ogni cosa al suo posto.
La bella terrazza che apre allo sguardo un panorama silvestre dall'alto dei suoi 1000 metri, che ti senti un po' sul tetto del mondo, tu che alla montagna non sei proprio avvezza, perché vivi da quando sei nata a 10 metri di quota.
La sedia a dondolo in vimini, i copriletto etnici, la lampada sopra al letto, la botte coi fiori sopra.
Qui tutto sa molto di casa, e un po' a casa ti senti.








Sentieri di pietra bordati di fiori e aiuole ti conducono alle stanze, bambini sempre scalzi misti a cani bonaccioni ti danno il benvenuto. Respirano aria di montagna, giocano all'aperto, entrano nel recinto dei polli per mostrare a Mimi i pulcini appena nati.
Anche le due caprette curiose fanno capolino per conoscere i nuovi visitatori.
I fiori sembrano avere colori più accesi quassù, forse perché l'aria è più tersa?
E il lupo cattivo non fa più paura alla principessa Mimi; ora si è addomesticato e vive assieme al leggendario Carlingo, e agli altri cani, nella casa che accoglie e dà rifugio a quanti la vita ha rifiutato, bistrattato e abbandonato. Qui non si accettano pedigree. E a me questo piace.






Settembre da queste parti significa che l'autunno climatico ha già fatto il suo ingresso silenzioso e guardingo nell'estate astronomica, questo abbiamo imparato dal paesaggio umido, dall'odore di terra bagnata, dalle nebbie che si alzavano al mattino, dai cieli mutevoli e dalle piogge improvvise notturne e serali, dal verde dei boschi già incupito in verdone e dagli orli già bruniti delle foglie, che preannunciano panorami coloratissimi nei mesi a venire (vedi galleria fotografica per conoscere i colori delle altre stagioni).


Il giaciglio e il primo pasto della giornata sono inclusi nella formula B&B, il risveglio è allietato da banchetti luculliani, crostate e marmellate locali fanno bella mostra sulla tavola, ché Barbara è un'ottima cuoca e si diletta un po' di tutto.
I padroni di casa son persone amichevoli e disponibili, hippy quel tanto che basta per farmeli stare simpatici di primo acchito, un po' a metà tra la famiglia Robinson (quella della piccola Flò, non quella di Bill Cosby!) e Là sui monti con Annette, rappresentano quel quid che fa la differenza tra "uh, che bel posto" e "torniamo a trovarvi di certo, prima o poi". Sì, sono le persone che fanno davvero la differenza.
Insomma se mai vi trovaste a passare da queste parti, io vi consiglio di fare un salto quassù anche solo per conoscerli, chè davvero, ne vale la pena.

Poi giù, verso Giaveno, chè sono circa 7 Km di curve e tornanti a scendere, e sei in paese.
Perché viaggiare a volte significa anche impegnarsi a vincere la distanza che ti separa dalle persone lontane, la sfida di chi poi può dire: eccoci, siamo venuti a trovarvi.
Ma se vi interessa sapere qualcosa su questi luoghi vi consiglio di visitare la pagina ufficiale della città.
Noi ci limitiamo a segnalare la festa del pane, un'occasione per i più piccoli di conoscere in maniera originale i processi di produzione del cibo più popolare del mondo dal campo alla tavola, per non parlare dell'emozione che si prova a guidare un trattore vero!
Per i grandi l'occasione di assaggiare una discreta varietà di prelibatezze locali e non.




Qualcuno poi ha colto l'occasione per calarsi un po' nei panni del Gatto con gli stivali...



Capita a volte, in certi week end...

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