martedì 31 dicembre 2013

C'era una casa tanto carina.


Solo che questa aveva il soffitto, e anche la cucina.
Aveva anche un salotto grande e pieno di carabattole e oggetti per lo più di medio-cattivo gusto, decine di orologi di ogni tipo, un trambusto asincrono di tic-tac destabilizzante. E poi bambole di porcellana inquietanti con vestiti di pizzo e merletti, pupazzi di pezza, porcellane zoomorfe quasi su ogni singolo gradino della scala di pietra che portava al secondo piano. Non un centimetro quadrato libero.
Mimi quando ci è entrata per la prima volta è letteralmente impazzita.
Tutto voleva toccare e tutto la entusiasmava.

martedì 24 dicembre 2013

M' Artedì. Seconda puntata.

Marc Rothko, Subway (1930 ca.)

Benvenuti alla seconda puntata della fantastica rubrica del martedì, M' Artedì, appunto.
Questa settimana ringrazio che ci (ah ah ah!) ha proposto Marc Rothko, artista finora da me praticamente ignorato.

martedì 17 dicembre 2013

M' Artedì. (Nuova rubrica!)

Paul Signac, Man reading (1894).
L'idea è nata da un giochino che circola su FaceBook. Niente di troppo intellettuale insomma, tranquilli.
Il giochino recita così:
Questo è un gioco per mantenere viva l'arte. Clicca "mi piace" e io ti assegnerò un artista. Non importa se non conosci le sue opere, cerca su internet, scegli quella che ti piace di più e pubblicala su FB.
Il giochino mi ha preso la mano ed ho come al solito scassato le palle a molti miei contatti a oltranza. Perchè sono una che non conosce i limiti, né il famoso detto del gioco che è bello quando dura poco. Per me se è bello tanto vale portarlo allo sfinimento.

lunedì 16 dicembre 2013

Autunno radioso.

E' quello che si continua ad infilare a tradimento facendo breccia nella sfilza di giornate grigio-uniforme britannica, monocorde e sottoumorali.
E' l'autunno dorato. L'autunno luminoso. L'autunno acceso.
Fino all'ultimo giorno.


In questi casi, ecco cosa dovete fare, se le bambine non dormono nel primo pomeriggio come speravate di riuscire a far fare loro.

martedì 10 dicembre 2013

A casa di Emma.

In questi giorni abbiamo un tormentone: "Mamma, andiamo da Emma?"

Ogni mattina la mamma sveglia Mimi nel suo lettino: "Buon giorno vita mia, gioia mia, stellina di mamma!" "Mamma, andiamo da Emma?"

La mamma, non senza grande fatica e dispendio di energia, sfama, veste e incappotta una pupa e mezza, talvolta riesce pure e rinfilare a letto la piccola, addormentata a suon di tette, prima di uscire di casa, con 2 gradi e il ghiaccio sul sellino della bici e iniziare a pedalare verso la scuola con la grande seduta dietro, sul seggiolino. "Amore, hai freddo? Cuore di mamma, ce li hai i guantini? Arriva troppa aria?" (Domanda idiota, datosi che la bici non è provvista di finestrini da chiudere all'occorrenza). "Mamma, dove andiamo? Andiamo da Emma?"

martedì 3 dicembre 2013

Killing the day-after-man.

L'uomo del giorno dopo è previdente.
E' quello che si anticipa il lavoro, quello del "prima il dovere", quello del "non rimandare a domani".
Costui o costei (poiché usiamo qui il sostantivo "uomo" non come accezione di genere ma di specie: l'individuo homo, rappresentante della specie umana), egli, o ella, dunque, preferisce rinunciare al momentaneo piacere effimero in vista di una più efficiente pianificazione del suo tempo futuro. Perché si sa che c'è sempre un futuro, o almeno si dà per scontato che sia così.

L'uomo del giorno dopo non posticipa mai le pulizie di casa, non aspetta all'ultimo giorno per pagare le bollette, né per compilare la dichiarazione dei redditi, e non si sveglia due giorni prima la data di scadenza di un concorso per presentare la domanda, costringendosi a fare i salti mortali per procurarsi tutta la documentazione necessaria con maratone all'ultimo minuto da un ufficio all'altro.
La burocrazia non lo spaventa.