venerdì 12 dicembre 2014

Anche le pulci lo sanno: il mondo delle pulcette.


Dato che ci troviamo in periodo natalizio, mi voglio impegnare a suggerire qualche buona idea regalo per i più piccoli, e siccome credo che il miglior regalo che si possa fare a un bambino sia un libro (poi una volta se ce la faccio vi esporrò anche le mie ragioni) colgo l'occasione di un altro venerdì per mettere mano al mio ottimo proposito.

Forse qualcuno di voi (per dirla alla Troy McClure) avrà casualmente letto la mia precedente presentazione del libro Nel Paese delle pulcette, dove tra l'altro, a proposito, rimandavo alle 20 buone ragioni per regalare un libro a un bambino (troppo sfiziose, ve le linko anche qui, va!).
Ad ogni modo, dopo quel primo incontro con Beatrice Alemagna, io lei non l'ho più mollata, anzi: mi sono messa alla ricerca disperata e disparata dei suoi meravigliosi libri, e certo non ho tralasciato le nostre amate pulcette.
Dunque, come preannunciato in quell'occasione, mi sono procurata gli altri due libri della saga delle simpatiche pulcette, ed ora ve li faccio vedere:


Titolo: Le pulcette in giardino.

Autore-illustratoreBeatrice Alemagna

Editore: Phaidon

Età: dai 2 anni.




Titolo: La vicina delle pulcette (titolo irreperibile per qualche oscura ragione dal sito della casa editrice: qui l'edizione inglese)

Autore-illustratoreBeatrice Alemagna

Editore: Phaidon

Età: dai 2 anni.
Avevamo lasciato le pulcette, al termine del primo libro, alle prese con profonde riflessioni sul senso della diversità, e del riconoscersi individui unici e distinti anche sulla base delle altrui differenze, anche quando queste inizialmente ci appaiono come "difformità".
"Non possiamo farci niente, andiamo a ballare!" Avevano concluso le pulcette, quando, dopo il primo imbarazzo del ritrovarsi tutte insieme così dissimili l'una dall'altra, si erano additate a vicenda sottolineando con un tatto proprio delle pulci, gli aspetti più strani o insoliti di ciascuna. 

Possiamo dire che dai libri si può sempre imparare, e non solo quando si è bambini, e non solo quando i destinatari del libro in questione sono i bambini, e noi, ahinoi, non lo siamo più.
Per questo credo che la lettura delle pulcette mi abbia parecchio aiutato di fronte a qualche domanda "scomoda", ma in fondo legittima, di mia figlia, quando mi ha apostrofato in diverse occasioni con un tatto proprio dei bambini, scevro ancora da discrezione e pudori sociali, chiedendomi: "Mamma perché quel bambino è così?" o "Perché quel signore parla in quel modo?".
Perché si nasce come si nasce: uno diverso dall'altro, Mimi.
Solo le pulci non lo sanno.
Grazie, Beatrice, io da madre ti sarò sempre grata per avermi insegnato questa splendida, semplicissima e quasi ovvia, ma non per questo meno splendida risposta.

Ma andiamo avanti che il tempo corre e io sono in ritardo.
Dopo aver fatto conoscenza tra di loro ed aver imparato ad accettarsi con tutte le loro differenze, le pulcette si ritrovano spesso, da allora, nel grande buco al centro del materasso.
Finché un giorno...
Finché un giorno, stufe di stare sempre e solo tra loro, non decidono di partire all'esplorazione.
Così, rosicchiando e rosicchiando escono fuori dal vecchio materasso abbandonato in fondo al giardino e si ritrovano in un bel prato verde.
Qui sarà sicuramente facile trovare dei nuovi amici.
Forse.
E ci si aspetterebbe che le pulcette abbiano imparato una volta per tutte la lezione dell'accettare il prossimo, del non giudicare gli altri dall'aspetto, del concedersi l'opportunità di arricchire ed ampliare le proprie conoscenze e convinzioni, e invece eccoci da capo: il mondo, là fuori, non è come il caldo e accogliente nido in cui siamo nati e cresciuti; è grande e vario, e pure quelli che lo abitano, sono diversi e distanti dal nostro modo di essere e vivere in una maniera che non possiamo nemmeno immaginare.
Sì, è vero: ognuno è diverso dall'altro, ma come pensare di potersi fare amico qualcuno che ha un pungiglione sul sedere, o che è grande e verde, e per di più puzza?
Le pulcette non sono affatto convinte.
E...

Pulcette diffidenti:

Gli incontri delle pulcette:
CIMICE
 APE
FORMICA


Non vi svelerò il finale di questa avventura, ma volevo un attimo soffermarmi sulle conclusioni tratte dall'autrice alla fine del libro, a dire il vero un tantino più complesse rispetto a quelle del primo, meno immediate.
Non serve a nulla cercare nuovi
amici se si ha paura di conoscerli.
Ora anche le pulci lo sanno.
 Quindi, cari amici: viaggiate, spostatevi, conoscete, esplorate pure culture diverse e lontanissime dalla vostra, ma ricordate che se sarete pronti a giudicare sempre e solo sulla base del vostro metro di misura, limitato e soggettivo tutto ciò sarà assolutamente inutile. Accettare modi di essere lontani dal nostro, accettarli davvero, non solo a parole, significa a volte riuscire a mettere in discussione se stessi, e convinzioni ataviche, certezze incrollabili, e aprirsi all'inaspettato.
Se no vi muoverete sì, solo con il corpo, ma non vi sarete spostati di un millimetro da voi stessi, e dal vostro piccolo materasso... ehm... universo.

Il terzo capitolo della saga Pulcette affronta ancora un'altra declinazione di diversità: quella di genere, e diciamo che lo fa ricorrendo un po' volutamente a una serie di stereotipi universalmente diffusi sugli universi maschile e femminile, per quanto tradotti nel linguaggio delle pulcette.
In fondo credo che sia anche giusto parlare ai bambini utilizzando le loro categorie di attributi, venendo incontro al loro modo di costruirsi e di essersi costruiti una propria identità di genere che al momento si basa su aspetti molto elementari e convenzionali, che rispecchiano in linee generali le loro prime esperienze di vita  e di confronto coi coetanei (la scuola, il giardino pubblico, le feste...): ai maschi piacciono i giochi scalmanati e la confusione, alle femmine piace la danza; i maschi si trastullano con oggetti schifosi come zampe di insetti rinsecchiti, mentre le femmine collezionano petali dorati e fermagli per antenne.
A prescindere da tutto ciò e dal voler provare ad impartire un'educazione che travalichi gli schemi imposti dalla società, siamo diversi, su questo non ci piove, e i bambini se ne accorgono presto.
Mimi era piccolissima quando mi ha spiegato che lei coi maschi non ci giocava perché loro raccoglievano sassi e a lei piaceva raccogliere soltanto fiori, e in coscienza non credo di essere responsabile di questa sua scoperta deliberata, né della sua costruzione di questa equazione logica femmina = fiori, maschi = sassi.

Ad ogni modo credo che tra i tre questo sia il libro meno riuscito, un pochino perché il messaggio di apertura dei primi due si perde un po', e secondo per via di un piccolo gap di traduzione, derivato dal fatto che l'originario bug è diventato nella versione italiana pulcetta, nome comune femminile singolare, motivo per cui sia la sottoscritta, sia sua figlia, sono rimaste persuase sino a questo punto della storia che le pulcette fossero effettivamente femmine, e questo all'inzio ha reso un po' faticoso abituarsi al nuovo (per noi) stato di cose (fondamentale qui per la comprensione della storia).
Colpo di scena!
Con una zoomata in soggettiva, o se vogliamo un piccolo spin-off della serie, qui la protagonista è la pulcetta multicolore, che, rimasta a casa da sola per un malessere di natura assolutamente pulcettistico, fa un'inattesa conoscenza.
E' una pulcetta, proprio come lei (lui), ma ha qualcosa di diverso.
Di diverso e inspiegabilmente attraente...


La pulcetta multicolore è davvero confusa: per quanto si sforzi di essere propositiva e brillante, non riesce proprio a entrare in sintonia con la nuova vicina di casa, a cui piacciono cose che a lei proprio annoiano; eppure...



L'aspetto più riuscito del libro, a mio parere è proprio quello della resa delle emozioni: perplessità, curiosità, stupore, tutti gli stati d'animo suscitati in noi ogni qualvolta ci troviamo davanti qualcuno che ci affascina, ma di cui proprio non riusciamo a interpretare e a decifrare volontà e attitudini, che poi è proprio quel che accade quando ci stiamo per innamorare.

Pulcetta multicolore perplessa:

Fantasie della pulcetta multicolore:

Perché nel Paese delle pulcette,
come in tutti gli altri Paesi del
mondo, c'è spesso una grande
differenza tra maschi e femmine.
Eppure, una volta tanto,questa differenza ci attira.
Chissà perchè.
Spero di avervi stuzzicato con queste pulcette.
Sappiate che nel frattempo è uscito un altro capitolo della saga, che sembrerebbe proprio adatto per le festività natalizie.

Ecco come al solito i link della rubrica:

I venerdì del libro, rubrica settimanale di suggerimenti bibliografici.

Alla pagina del blog con le mie recensioni.

Alla libreria di Mimi su Anobii.

Allalibreria di Suster.

4 commenti:

  1. Le pulcette sono davvero simpatiche e variopinte... Da non perdere. Dovrò cercarle!

    RispondiElimina
  2. Quanto mi garbano le tue recensioni :))) Che bella idea-regalo-di-natale-per-mia-nipote che mi hai dato. Anche le illustrazioni sono fantastiche. Spero di trovarlo in libreria. Grazie :***

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Evviva! Più pulcette per tutti!
      Su Amazon et sim. lo trovi di sicuro.
      Oggi ho fatto loro pubblicità anche alla biblioteca comunale. La bibliotecaria se l'è appuntato per richiederlo. :-P

      Elimina
    2. Già ordinato in libreria. Tempessstiva sono:) Grazie :***

      Elimina

Che tu sia un lettore assiduo o un passante occasionale del web, ricevere un commento mi fa sempre piacere, purché inerente e garbato.
Grazie a chi avrà la pazienza e la gentilezza di lasciarmi un segno del suo passaggio.